giovedì 21 aprile 2011

Giappone, esami su trenta reduci Due ospedali per le radiazioni - Corriere della Sera

La centrale di Fukushima prima dei danni causati dal terremoto

La centrale di Fukushima prima dei danni causati dal terremoto

VENEZIA - Esame richiesto: controllo contaminazione nucleare. I veneziani di ritorno dalla catastrofe giapponese che si sono presentati di fronte alle porte bianche del reparto di Fisica sanitaria dell'ospedale dell'Angelo di Mestre, luned?, non sapevano bene che cosa fare. Hanno aspettato qualche ora e solo dopo un approfondito controllo del sangue, delle urine e della tiroide, la maggior parte dei quasi trenta pazienti, che in questi giorni hanno deciso di sottoporsi ai controlli sanitari, ha potuto tirare un sospiro di sollievo.

?I pazienti hanno presentato diversi livelli di contaminazione ma sono tutti nella norma e finora non ? stato ricoverato nessuno?, assicura il primario di Fisica sanitaria di Mestre Lanfranco Stea. Resta il fatto che il 118 ha messo a punto un protocollo di esami ematochimici per tutti quelli che ritornano da Tokyo e dintorni, per escludere ogni rischio. E la Regione ha indicato anche gli ospedali di Padova e di Castelfranco come punti di riferimento per gli eventuali esami. ?Finora sono state rilevate tracce di iodio 131 nelle urine di pochissime persone - minimizza il dottor Franco Bui, direttore di Medicina nucleare di Padova - ma sono quantit? non rilevanti e quindi non c'? alcun rischio per chi ? gi? tornato nei giorni scorsi?. Per chi invece ? rimasto in Giappone e torner? prossimamente, la faccenda potrebbe essere diversa, anche perch? proprio in questi giorni sono state rilevate tracce di radioattivit? nelle acque degli impianti idrici giapponesi. ?La questione ? molto diversa per quegli operatori che sono andati nei pressi della centrale di Fukushima a prestare soccorso o per ragioni professionali - continua Bui - in quel caso il livello di esposizione ? pi? alto e allora i controlli diventano obbligatori?.

Il tasso di radioattivit? nel sangue e nelle urine, infatti, cala nelle ore successive all'esposizione e, a sentire le aziende sanitarie venete, non ci sarebbero rischi per la salute. Anche sul fronte dell'ambiente e dei cibi finora importati dall'Asia non sono state rilevate tracce di radioattivit?, ma l'Arpav ha comunque avviato una serie di controlli a campione che dureranno anche nelle prossime settimane. Il pesce in scatola commercializzato nei supermercati e nei negozi di alimentari veneti infatti proviene dalle acque del Pacifico, sulle quali la centrale di Fukushima si affaccia. Anche dall'ospedale di Castelfranco gli operatori minimizzano la situazione, ricordando che il controllo di radioattivit? dovrebbe essere fatto prima di lasciare il Giappone dalle stesse autorit? nipponiche. ?A me non hanno fatto nessun controllo quando sono partita e nessuno mi ha chiesto nulla - confessa Michela Moccia, che da tre anni insegna inglese in una scuola di Kanagawa a circa trecento chilometri dal sito nucleare, tornata a Venezia da pochi giorni - quando sono arrivata a Venezia ho deciso di sottopormi agli esami spontaneamente?.

Tutto bene, per fortuna, ma Michela, che ha lasciato quasi tutte le sue cose nella sua casa in Giappone, spiega che ? stata proprio la paura della radioattivit? a farla tornare in Italia. ?Gi? dal primo giorno dopo il terremoto erano tutti tornati al lavoro come se non fosse successo nulla - continua Michela -ma quando ci siamo accorti che i colleghi francesi stavano assumendo delle pillole per la tiroide a scopo preventivo su consiglio della loro ambasciata, la faccenda ? cambiata?. A sentire Michela, infatti, gli speaker televisivi che fino ad ora hanno sempre invitato tutti a mantenere la calma e che hanno minimizzato tutta la vicenda, hanno iniziato a consigliare alla gente di uscire con la mascherina e di tenerla anche a casa a scopo preventivo. ?A un tratto ho avuto l'impressione che in Giappone abbiano iniziato a censurare le notizie - sottolinea Michela Moccia - quando sono arrivata all'aeroporto con venti ore di anticipo sul mio volo, la sala d'aspetto era veramente piena. La maggior parte erano stranieri, ma sono spuntati anche molti giapponesi con bambini piccoli e questo non ? un buon segno?.

Alessio Antonini
22 marzo 2011? RIPRODUZIONE RISERVATA

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